In ascolto della parola

Domenica 12 gennaio 2019

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,15-16.21-22)
Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore

Con la festa del Battesimo di Gesù si compie e si conclude il tempo liturgico del Santo Natale.
Dopo gli eventi della nascita e infanzia di Gesù, Luca introduce gli inizi della sua vita pubblica nello scenario del battesimo di Giovanni Battista.
La scena si presenta come in un fermo immagine dove due volti sono a confronto: il precursore e Colui che ‘il popolo attendeva’, colui che ‘battezza con acqua’ e Colui che ‘battezzerà in Spirito Santo e fuoco’. In poche righe la pericope evangelica ci presenta il passaggio di testimone tra l’antico e il nuovo testamento, tra il Dio del popolo d’Israele e il Dio di Gesù Cristo, tra l’attesa e il compimento, tra la voce e la Parola, tra colui che ‘non è degno neanche di slegare i lacci dei sandali’ a Colui che ci rende degni del Padre. Tutto questo nell’attraversamento concreto e inquieto dei cuori e della storia: tutti si domandavano se fosse Giovanni colui che doveva venire; Giovanni dice di sé di fronte a Colui per il quale la sua missione ha avuto senso; Gesù inizia la sua vita pubblica facendosi solidale con l’uomo e con la sua umana sorte ricevendo anche lui il battesimo di penitenza e di conversione.
Prodigio del mistero dell’Incarnazione che trova senso compiuto in questo evento: non solo è venuto ad abitare in mezzo a noi a Betlemme e si è fatto come noi negli anni della sua crescita a Nazareth, ora col battesimo nel fiume Giordano diventa uno di noi. Tempi e luoghi degli accadimenti ci dicono più concretamente del Dio fatto Uomo per noiLa Buona Notizia ‘fa casa’ nella nostra umanità più creaturale, non solo annulla le distanze fra il divino e l’umano, ma prende su di sé e assume tutta la ‘carne’ fino ad identificarsi: Dio si fa Uomo! Riecheggia a buon proposito la profezia di Isaia proclamata nella prima lettura: ‘Consolate, consolate il mio popolo, parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta’, perché, continuerà l’Apostolo Paolo nella seconda: ‘è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini’. Compiacimento del Padre è il Suo Figlio Amato: ne sono prova quei cieli aperti e il dono dello Spirito Santo, Amore che apre i cieli e discende sulla terra e che, in Gesù immerso ‘fino al collo’ nella nostra umanità, raggiunge tutti noi!
 
Commento a cura delle "Sorelle povere di S. Chiara" del Monastero S. Luigi in Bisceglie (Ba)