La notte del 12 novembre è terminato, presso la Basilica Madonna del Pozzo di Capurso, l’Anno Giubilare della Misericordia, un tempo di grazia e di perdono proposto dal nostro Santo Padre Francesco. Per tale occasione il Centro Provinciale Vocazionale dei Frati Minori di Puglia aveva invitato i giovani ad una veglia di preghiera, durante la quale rivolgere l’attenzione e meditare sulle parole lasciateci da Papa Francesco a Cracovia:” Non siamo venuti al mondo per vegetare, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’impronta”.
Hanno risposto in tanti, circa cento ragazzi provenienti da tutta la Puglia. La veglia è iniziata verso le 20 con un momento di accoglienza presso la cappella del Pozzo, animato dalla Gioventù Francescana di Noicattaro e Valenzano. Tra canti e preghiere i giovani presenti hanno ricevuto un “chiodo”, simbolo delle nostre povertà, fragilità e peccati. Poi in corteo silenzioso hanno raggiunto la Basilica per attraversare la Porta Santa della Misericordia e consegnare il chiodo all’altare, come simbolo di perdono e amore misericordioso che si rinnova.
Tre testimonianze importanti hanno portato i giovani a riflettere sulla misericordia che il Signore concede incessantemente a tutti i suoi figli. Un giovane di nome Marcello ha descritto la prima parte della sua vita all’insegna di vizi e dissolutezze, priva di un progetto se non quello di vendere morte. Ma oggi, con l’aiuto del Signore, egli è passato al recupero del rispetto verso se stesso e gli altri, ad essere capace di donare un sorriso a chiunque lo incontri e lo ascolti, a riconsiderare la vita, iniziata con un abbandono, come dono del quale si deve essere grati. Ha scelto, perciò, di diventare sacerdote come offerta al Signore e per aiutare quei giovani, che hanno smarrito la via dell’amore, al recupero dei doni che quotidianamente ricevono per grazia. Una giovane coppia di sposi Mimmo e Mariagrazia ha raccontato quanto sia importante trasformare l’odio in amore. Proprio loro, che da amici si odiavano, hanno scoperto che attraverso il dialogo, lo scambio di tenerezze e la ricerca di dare senso ad un rapporto, si sono accolti sino a ritrovarsi prima come amici e poi come sposi fermamente disposti a vivere insieme un progetto di vita. Infine Madre Ludovica ha testimoniato quanto la preghiera quotidiana, silenziosa e perseverante, è richiesta di misericordia mai disattesa dal cuore del Signore.
A mezzanotte la veglia è terminata con un concerto dei Godpaly che con balli, canti e abbracci hanno fatto vivere ai cento giovani la gioia di quell’amore misericordioso che solo Dio può donare.
di Lorena Laporta