Molfetta, “Break dell’ascolto”: tempo per ascoltare e ascoltarsi

Quando mi è stato chiesto se volessi scrivere un articolo sull’esperienza dei Break dell’ascolto ne sono stato molto felice, ma allo stesso tempo sono sorti nella mia mente mille interrogativi su come potessi al meglio esprimere e descrivere con le parole questa bella esperienza da me vissuta in prima persona. Per meglio comprendere cos’è stato questo percorso che si è snodato lungo tutto l’anno pastorale, penso che sia necessario partire dal suo nome, ossia: “Break dell’ascolto: per conoscersi, conoscere Cristo e riscoprire la propria fede” in quanto ben sintetizza l’intento di questo cammino. La parola cammino infatti, non è usata a caso sia perché durante i diversi weekend siamo stati ospitati da varie comunità di frati che con grande affetto e disponibilità, ci hanno accolto nei loro conventi, sia perché il mettersi all’ascolto della voce di Dio comporta necessariamente il dover fare un percorso interiore che richiede silenzio, tempo e grande forza di volontà.

Ciò che ha caratterizzato questo itinerario è stata l’abbondante Parola che ci è stata spezzata dai frati e dalle suore della grande famiglia francescana dell’equipe vocazionale, la quale è stata, da parte di noi giovani, oggetto di meditazione personale e di condivisione. E proprio la condivisione è stato un altro aspetto importante dei Break, in quanto ci ha permesso di diventare una vera fraternità, sull’esempio di san Francesco d’Assisi e dei suoi frati, nonostante la naturale timidezza e paura iniziale dovuta al fatto che quasi tutti noi non ci eravamo mai incontrati prima. La Parola oltre che nelle catechesi e nei versetti della Bibbia, ci è stata spezzata anche attraverso le esperienze e le testimonianze che abbiamo potuto ascoltare dalla viva voce dalle Sorelle povere di Santa Chiara dei monasteri di Mola di Bari e di Bisceglie. Infatti, l’aver potuto incontrare e parlare con le monache per me, ma penso anche per i miei compagni d’avventura, è stato un qualcosa di veramente significativo, in quanto come è facile immaginare, il loro stile di vita caratterizzato dalla clausura, dalla preghiera e dal silenzio sembra essere così tanto lontano da quello rumoroso e caotico a cui siamo abituati e che ci propone la società moderna.

Da questi incontri, vissuti sempre in un clima di preghiera, è emerso come sia necessario per tutti i cristiani, e non solo per le monache e gli addetti ai lavori, coltivare un rapporto quotidiano con il Signore attraverso la meditazione della sua Parola, per potersi veramente conoscere attraverso l’aiuto del maestro interiore che è lo Spirito Santo e iniziare veramente a vivere da risorti. Ciò che mi ha colpito maggiormente e che porto nel cuore, è stato il vedere gli occhi di quelle donne totalmente consacrate a Dio che trasparivano una gioia immensa e che con grande sincerità, non nascondevano anche le difficoltà che ovviamente caratterizzano ogni rapporto e quindi anche quello con il Signore; rapporto però che si fonda su una grande certezza che è rappresentata dalla consapevolezza che Dio ci ama anche in quelle difficoltà.

Al termine di questa esperienza pertanto, non posso che essere grato al Signore e al Centro vocazionale dei Frati Minori di Puglia e Molise perché hanno offerto a me e ad altri giovani la possibilità di poter approfondire e crescere nella vita di fede, al fine di essere sempre più vero testimone di Cristo e del suo Vangelo.

Gianmarco