La mia esperienza di fede

Non avevo un vero e proprio rapporto con Dio, forse ero distratto o forse troppo occupato, ma per me la vita era altro. Gli interessi personali e le passioni venivano prima di tutto, l’andare a messa un qualcosa da fare e Gesù Cristo qualcuno da non nominare. Quando avevo tutto e mi credevo comodo nei miei palazzi, non avendo grossi impegni, ho iniziato a camminare con uno zaino sulle spalle, con dei giovani e dei frati. Sono partito insieme a due amici per fare questa esperienza, ma il mio pensiero non era certo quello di stravolgermi la vita. In quei giorni camminando con il necessario e avendo modo di ascoltare il Vangelo, ho iniziato a rivedermi…fino a capire che quei palazzi, che sarebbero caduti di là a poco, erano di carta. Mi sentivo inquieto, ho iniziato a pregare e a cercare una vera via su cui indirizzare il mio cammino.

Mi sono sentito piccolo e peccatore e ho scoperto Gesù come Via, Verità e Vita. Dopo qualche giorno, ho gustato la presenza di Dio, mi sono sentito pulito, nuovo, rinato, amato, perdonato. Una strana e mai provata gioia mi riempiva il cuore! Ho pianto! Non capivo ancora bene il perché di tutto questo, ma volevo muovermi: volevo scoprire e scoprirmi. Tornato a casa, mi sono sentito fuori posto, strano per me che ero in prima fila tra i miei amici nelle feste di quei giorni. Spinto da questa inquietudine ho iniziato a camminare, a ricercare, a chiedere e ad affidarmi ai due frati che conoscevo. Pian piano ho capito di aver fatto dell’esperienza di Dio. Un’esperienza che non mi ha lasciato indifferente, anzi mi ho stravolto. Cercavo Gesù nel prossimo e quindi, mentre proseguivo gli studi universitari, collaboravo con la Caritas, come volontario al carcere di Chieti ed ancora altre esperienze. Ma niente colmava quella sete!

Mi muovevo alimentato da questa gioia, ma mi sentivo mancante di qualcosa, dunque insistevo nel ricercare. Dopo la fatidica domando di mio fratello: “perché lo fai?”, passo dopo passo, come una spirale che converge verso il centro, ho realizzato come, nell’esperienza di vita di ogni uomo, è la persona ambita a dare la misura piena di un gesto: dovevo dare me stesso a Dio perché proprio da Lui ero chiamato alla gioia di vivere e testimoniare Gesù Via, Verità e Vita. Tutto questo mi ha spinto a lasciare l’università, ka fidanzata, la mia “solita vita”. Da questi episodi sono passati 4 anni circa, io sono fr. Antonio Coccia, ho 27 anni e sto vivendo l’anno di noviziato preparandomi a vivere la mia vita in obbedienza, senza nulla di proprio ed in castità secondo la Regola dei frati minori.