In ascolto della parola

Ascensione del Signore

Dal vangelo di Marco (16,15-20)

Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Commento

Riflettere sulla solennità dell’Ascensione di Gesù Cristo significa meditare sulla fase conclusiva del suo ministero terreno: dopo la sua risurrezione, Gesù trascorse 40 giorni tra i suoi discepoli, apparendo e insegnando loro a proseguire la sua missione evangelizzatrice per la redenzione del mondo e la costruzione del Regno di Dio. In un periodo di grande smarrimento a seguito delle guerre attualmente in corso, l’Ascensione ci indica la via della speranza e della vera felicità, quella che profuma di eternità. Nella sua ultima apparizione, Gesù impartì agli apostoli un comando chiaro, delineando la missione permanente della Chiesa sulla terra: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”. Ogni azione di annuncio e conversione è fondata sulla fede. In questi tempi critici, è essenziale riscoprire quella fede che implica un completo affidamento nelle mani di Dio, che non abbandona mai l’umanità ma guida e sostiene la sua Chiesa nel cammino terreno.

Il compito missionario dato agli apostoli di diffondere la luce e la speranza di Cristo risorto e asceso, è un incarico che coinvolge anche noi. Forti della sua parola e sostenuti dallo Spirito Santo, riconosciamo il nostro ruolo di discepoli missionari. Come Papa Francesco esprime nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium: “Non sono una missione solo quando mi è comodo; è una parte inseparabile di me. Io sono una missione su questa terra, e questo è il motivo per cui sono qui. Essere consapevoli di questa chiamata è comprendere di essere marchiati da una missione che implica illuminare, benedire, rianimare, elevare, guarire e liberare”. Queste parole ci motivano e supportano in ogni missione, piccola o grande, che affrontiamo ogni giorno. Celebrare e riflettere sull’Ascensione di Gesù ci spinge a percorrere la terra annunciando il suo amore e la sua parola, con la speranza di un giorno raggiungere la sua gloria celeste. Amen. 

Commento a cura di Fra Marco Valletta OFM